In un’epoca in cui l’informazione è ridotta a merce e la verità a optional di lusso, Il Velo di Maya nasce come spazio di decostruzione critica delle narrazioni dominanti.
Il nostro nome richiama l’antica metafora dell’illusione che nasconde la realtà. Oggi quel velo è tessuto da algoritmi, frame mediatici e propaganda digitale.
Cosa troverete
Analisi su come i media mainstream costruiscono il consenso. Decostruzioni del “trucage” informativo che trasforma guerre in missioni umanitarie e genocidi in “conflitti”. Esplorazioni del controllo algoritmico che plasma ciò che pensiamo di pensare liberamente. Indagini sui legami tra capitale finanziario, industria bellica e produzione mediatica. E altro ancora.
Non offriamo verità preconfezionate ma strumenti critici. Non cerchiamo click ma coscienza. In un panorama mediatico che ha trasformato l’attenzione in risorsa estrattiva, scegliamo la profondità contro la velocità, l’analisi contro il sensazionalismo.
La nostra scelta digitale
Il Velo di Maya non ha profili sui social media corporativi né pulsanti di condivisione per queste piattaforme. È una scelta politica: rifiutiamo di alimentare ecosistemi digitali che monetizzano l’attenzione e manipolano il discorso pubblico attraverso algoritmi proprietari.
Offriamo RSS e newsletter per chi vuole seguirci nel web libero. E no, l’RSS non è morto quando Google ha chiuso Reader nel 2013 — è solo tornato underground, usato da chi rifiuta di farsi dettare i tempi di lettura dagli algoritmi. Se ritenete un contenuto degno di condivisione, copiate il link e pubblicatelo dove credete. Non saremo noi a facilitare l’arricchimento di Zuckerberg o Musk.
Questa scelta ci rende meno “virali”? Probabile. Ma preferiamo lettori consapevoli a click algoritmici. È il nostro piccolo atto di resistenza all’economia dell’attenzione che analizziamo nei nostri articoli.
Crediamo che un lavoro metodico di analisi e decostruzione sia infinitamente più pericoloso per il sistema di mille dichiarazioni di guerra. Il potere sa gestire gli attacchi frontali, ma teme l’erosione paziente delle sue narrazioni. Per questo cerchiamo di lavorare con rigore, un articolo alla volta, sollevando lembi del velo con metodo critico piuttosto che pretendere di squarciarlo con gesti teatrali.
Come cantavano gli Area: “Imparare a leggere le cose intorno a te / Finché non se ne scoprirà la realtà”.
Questo è il nostro invito e il nostro impegno.
Benvenuti oltre il velo
Il Velo di Maya è un progetto indipendente di contro-informazione. Nessun algoritmo decide cosa leggete. Nessun inserzionista influenza cosa scriviamo.